SOMMARIO

1. Ergonomia cognitiva, ergonomia fisica ed ergonomia organizzativa

2. Ergonomia sul posto di lavoro

3. Studio ergonomico: perché usare un banco ergonomico

4. Il banco da lavoro allumini in breve

ERGONOMIA COGNITIVA, ERGONOMIA FISICA 

ED ERGONOMIA ORGANIZZATIVA

L’applicazione dei principi dell’ergonomia in ambito lavorativo, ha come scopo primario la prevenzione delle malattie professionali. Il benessere del lavoratore si traduce in qualità della produzione per l’azienda. Come da norma tecnica, il Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro parla chiaro in merito ad da farsi.

L’articolo 15 dello stesso, sottolinea come i Principi dell’ergonomia debbano essere applicati “nella concezione dei posti di lavoro”. L’ottimizzazione dell’interazione dell’operatore con gli strumenti di produzione e l’ambiente aziendale, deve tenere conto del benessere della persona secondo un approccio multidisciplinare. Ecco l’esigenza di una applicazione specifica dei principi nell’ambito cognitivo, fisico ed organizzativo.

L’Ergonomia Cognitiva, deve tenere conto dei fattori ambientali ideali, per garantire al lavoratore lo svolgimento normale delle naturali funzioni cognitive. Il controllo dei fattori stressanti, il rispetto dell’autonomia decisionale e l’interazione umana, sono elementi in grado di incidere sui processi mentali in ambito lavorativo. Tali elementi sono infatti in grado di influire negativamente su:

  • Percezione delle interazioni.
  • Capacità di memorizzazione.
  • Efficacia della concentrazione e del ragionamento.
  • Adeguata risposta motoria.

Ecco che il rispetto di tali principi si riserva sia sulla ottimizzazione delle interazioni verticali e orizzontali tra le persone, sia nell’approccio del lavoratore verso l’ambiente dell’azienda. Sono diversi i fattori che questo ambito cura. Oltre ad agire sui carichi di lavoro mentale, sull’autonomia decisionale, sull’adeguata preparazione e sull’interazione uomo-macchina, anche la predisposizione di strumenti validi può incidere positivamente in ambito cognitivo.

L’Ergonomia Fisica, deve tenere conto dell’attività lavorativa che il soggetto svolge. È bene che vi sia una fase di analisi volta alla valutazione biomeccanica completa dell’interazione del soggetto con l’ambiente di lavoro e con le strumentazioni. L’atteggiamento che il lavoratore assume è funzione di tale interazione. Tre sono gli elementi alla base dell’interazione ergonomica del soggetto nel luogo di lavoro:

  1. Caratteristiche anatomiche, il rispetto di questo aspetto costituisce un passo fondamentale nella prevenzione delle malattie professionali.
  2. Caratteristiche antropometriche, costruire postazioni a misura di lavoratore, consente di ottimizzare gli spazi e a prevenire gli infortuni.
  3. Fattori biomeccanici, vanno tenuti in forte considerazione soprattutto nelle mansioni manuali ripetitive.

Agire sugli aspetti fisici si traduce in un adeguamento delle postazioni di lavoro in termini di scelta dei materiali e progettazione delle postazioni.

L’aspetto dell’Ergonomia Organizzativa, tiene conto dell’integrazione dei sistemi e dei processi di produzione. L’attività lavorativa, ad esempio in ambito manifattiero è tenuta a rispettare con precisione, stretti criteri organizzativi. Prima della fase di esecuzione, i Principi di Ergonomia devono tenere conto di una fase di progettazione e della distribuzione dei tempi da assegnare ai reparti operativi.

Ogni lavoratore deve quindi contare su postazioni di lavoro in grado di rispettare tali principi, si traduce in una gestione dei carichi sia sul livello sociosanitario, sia lavorativo. Curare l’aspetto organizzativo significa, porre la dovuta attenzione anche agli strumenti che il lavoratore può impiegare.

ERGONOMIA SUL 

POSTO DI LAVORO

Entrando nel vivo dell’applicazione pratica dell’ergonomia, ai sistemi di produzione – ad esempio, nella progettazione del Banco da Lavoro – si osserva come adottare accorgimenti, serva ad abbattere il “rischio ergonomico”. Il concetto prende in considerazione la norma tecnica che impone l’impiego di attrezzature conformi a specifici criteri, soprattutto per i lavoratori impiegati in mansioni dello stesso tipo, durante l’intero turno di lavoro. L’ambito di applicazione è nella prevenzione di patologie a carico dei muscoli e dello scheletro delle articolazioni.

Per quanto riguarda il rischio correlato alla Movimentazione Manuale dei Carichi, si prende in considerazione quanto indicato nel titolo VI D.Lgs. 81/08. Adottare una postazione di lavoro ergonomica, riduce il rischio soprattutto nelle attività lavorative che richiedono movimenti ripetitivi degli arti superiori.

È il caso dei processi di montaggio meccanico su Banco da Lavoro. Il rischio di patologia articolare aumenta al ripetersi continuativo della medesima operazione. Ricerche in ambito medico hanno fatto emergere come le microlesioni, dovute alla ripetizione dei movimenti con una postura scorretta, siano col tempo la causa scatenante della malattia professionale.

Le principali patologie professionali in questo ambito comprendono, le tendiniti, le tenosinoviti e la sindrome del tunnel carpale. In assenza di una corretta tutela al riguardo, il lavoratore è destinato quindi ad un deficit sensitivo e motorio. La ricaduta in termini economici e sanitari è un aspetto non meno importante.

La problematica richiede quindi una progettazione degli strumenti e dell’arredamento professionale, avendo a monte una valida valutazione ergonomica. Da qui nasce l’esigenza della analisi ergonomica della postazione di lavoro. Diversi studi sono stati avviati a riguardi. Un valido indicatore del rischio ergonomico si basa sul calcolo dell’indice OCRA (Occupational Repetitive Actions).

Questo strumento esprime il rapporto tra il numero delle azioni che il lavoratore svolge mediante l’utilizzo degli arti superiori e il numero massimo raccomandato di movimenti ripetitivi. Frutto di una stima teorica, il numero di azioni raccomandato, tiene conto di un parametro costante (30 ripetizioni al minuto) e dei principali fattori di rischio (postura, forza del gesto, periodo di recupero ed eventuali altri fattori).

Una buona fase di progettazione deve quindi considerare una riduzione dell’indice OCRA. Ciò può avvenire soltanto se si adotta una serie di strategie progettuali, volte ad indurre il lavoratore il lavoratore a compiere l’operazione ripetitiva in modo ergonomico. Una buona postazione di lavoro deve garantire che l’indice OCRA si mantenga al di sotto del valore minimo di 2,2. Entro questo valore si rimane in fascia verde a rischio accettabile.

Gli effetti migliorativi sono valutabili sia in allineamento alla statistica per la mansione, sia nella diminuzione dei case report aziendali. Diversi fattori dei quali tener conto in fase di progettazione di ogni singola postazione di lavoro. Oltre alla ripetizione delle stesse azioni, si deve prendere in considerazione la predisposizione di postazioni in grado di garantire la corretta postura e la corretta alternanza, con i necessari periodi di recupero. Si valuta anche la strumentazione utilizzata e la durata del turno lavorativo. L’obbligo dell’eliminazione del rischio è diretta responsabilità del Datore di Lavoro.

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STUDIO ERGONOMICO: PERCHÈ 

USARE UN BANCO ERGONOMICO

Diversi i concetti che supportano la progettazione di un Banco di Lavoro. L’ergonomia è fondamentale, ma può essere anche più vantaggiosa dal punto di vista della produttività se associata al sistema di gestione della produzione snella (Lean Production). Il sistema consiste in uno strumento per la gestione, finalizzato all’azzeramento degli sprechi.

L’utilizzo di un supporto che segua questo modo progettuale può incrementare la velocità della linea produttiva nonché, ridurre gli sprechi a carico dell’azienda. La Lean Production classifica gli sprechi in tre diverse categorie, ciascuna è descritta da un termine giapponese:

  1. MUDA: sono le attività inutili poiché improduttive.
  2. MURI: sono le attività “irragionevoli”, tali da creare un sovraccarico della linea produttiva.
  3. MURA: sono le fonti di instabilità nei processi produttivi. Il termine descrive le condizioni di variabilità e le irregolarità dei processi produttivi.

Tra i MUDA rientrano ad esempio la superflua movimentazione dei materiali, gli elevati livelli di scorte in magazzino, i movimenti non ergonomici, il dilungarsi dei tempi, il tipo di lavorazione, la sovrapposizione e l’assestamento al raggiungimento del target.

Proprio i movimenti non ergonomici sono considerati alla base della scorretta esecuzione del gesto produttivo. Ciò deriva dalla mancanza di correzione delle posture. L’allungamento dei tempi di produzione ne sono l’effetto. Il tutto conduce all’abbassamento del rendimento del lavoratore nonché alla sua conduzione di malessere fisico.

L’utilizzo di fasi produttive elaborate, entra in conflitto con i Principi dell’Ergonomia. Compilare i passaggi del processo di produzione comporta un’esecuzione più articolata che può costringere il lavoratore a posture prolungate e sfavorevoli. Per risolvere il problema correlato al MURI è necessario agire sugli sprechi per aumentare il rendimento dell’azienda.

Questo aspetto può essere curato andando ad agire sull’andamento, la scorrevolezza del flusso senza produrre eccessi. Il flusso produttivo deve essere bilanciato proprio per consentire uno svolgimento ergonomico dei compiti. Il tutto si traduce in miglioramento qualitativo e nel rispetto dei tempi indicati al cliente.

Agendo nella stabilizzazione dei fattori di spreco e su quelli di sovraccarico, l’effetto che si produce è l’eliminazione dei MURA, le fonti di irregolarità nei processi produttivi. Tradotto nella progettazione pratica, il concetto si può applicare alla lettera ad una postazione di lavoro. Favorendo la libertà operativa, nonché il corretto posizionamento degli utensili e il flusso dei materiali di lavorazione, si riducono le perdite di tempo correlate agli imprevisti di produzione.

Una progettazione attenta a questi fattori è in grado di allinearsi ai pilastri della Lean Production, al fine di realizzare una realtà produttiva tale da soddisfare la velocità che gli viene imposta dal mercato. Così si riesce anche a trainare il mercato, mediante una costante propensione verso la crescita. Applicato all’esempio del Banco da Lavoro, il modello si traduce in cinque punti fondamentali:

  1. Scegliere e separare.
  2. Sistemare e organizzare.
  3. Controllare l’ordine creato.
  4. Standardizzare e migliorare.
  5. Sostenere i miglioramenti.

Tali principi ben si applicano alla progettazione di una postazione di lavoro. Ecco come il focus si è spostato in direzione dell’ergonomia alla luce di un incremento del livello aziendale.

IL BANCO DA LAVORO 

ALLUMINIO IN BREVE

L’applicazione pratica dei principi dell’ergonomia si traduce in una postazione in grado di assecondare il confort operativo. Ciò deve riguardare in primis la componente fisica e di conseguenza, lo sviluppo cognitivo e l’organizzazione della linea di produzione. Una costante attività di ricerca consente l’applicazione delle innovazioni nel campo della progettazione e realizzazione delle postazioni di lavoro.

Il benessere del lavoratore si traduce in un aumento della qualità dell’azienda. La valutazione è alla base di una progettazione riuscita. Ecco perché ogni struttura deve puntare alla riduzione dell’indice OCRA entro livelli di sicurezza. Sarebbe impensabile predisporre delle postazioni di lavoro senza uno studio alla base. Qui entra in gioco il ruolo dell’ufficio tecnico in quanto elemento in grado di trasformare le esigenze di organizzazione produttiva.

In una concezione di snellimento delle linee di produzione, si comprende come il ruolo dell’ergonomia sia quello di l’impiego di materiali versatili in strutture composite, offre la soluzione tecnologica alla specifica necessità. I Profili in Alluminio, garantiscono la giusta tenuta strutturale pur mantenendo bassi i pesi e consentendo la mobilità della postazione.

La Modularità è quindi la formula che consente di adeguare la postazione alle caratteristiche del lavoratore. A questo scopo, l’impiego di materiali versatili in strutture composite, offre la soluzione tecnologica alla specifica necessità. I Profili in Alluminio garantiscono la giusta tenuta strutturale pur mantenendo bassi i pesi e consentendo la mobilità della postazione.

Laddove necessario, l’associazione di materiali quali l’acciaio inox e quello verniciato, riesce a soddisfare la necessità specifica, pur conservando la versatilità della struttura. Una progettazione ergonomica, tiene conto dei dati biometrici dell’operatore. Il Banco da Lavoro, deve quindi essere in grado di adattarsi all’altezza.

L’utilizzo di Piedini Regolabili o di ruote, può infatti rispondere alle esigenze del caso specifico. A seconda della mansione da svolgere è bene dotare il Banco da Lavoro di un sistema di illuminazione, prese elettriche, bracci porta monitor, supporti a mensola, cassetti e quant’altro necessario nello svolgimento della mansione. La progettazione deve quindi rispettare il principio dello snellimento della postazione di lavoro.

Tutto il necessario dev’essere presente, ma senza intaccare lo spazio operativo, evitando al lavoratori di mantenere posture sfavorevoli degli arti superiori. Ogni accessorio deve essere il più possibile adattabile, in modo da assecondare le dinamiche di ogni fase di lavorazione. I supporti sono quindi regolabili in altezza, le cassettiere divengono modulari per adeguarsi alla statura dell’operatore.

Oltre al fatto dell’altezza è particolarmente importante facilitare la mansione dell’operatore. Ad esempio, l’implementazione di bracci di reazione consente una precisione maggiore e tutto il comfort necessario nel corso delle operazioni di montaggio. Anche la scelta dei piani di appoggio deve adeguarsi alle esigenze della linea di produzione.

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