SOMMARIO

1. Calcolo Distanza di Sicurezza

2. Norma tecnica e l’importanza della Distanza di Sicurezza

3. Fase fondamentale della Distanza di Sicurezza

CALCOLO DELLA

DISTANZA DI SICUREZZA

Il calcolo della distanza di sicurezza, considera quindi ogni aspetto da tenere in considerazione durante la fase di progettazione. Sia le dimensioni che la forma dei Carter di Protezione, sono da valutare durante la progettazione dell’allestimento dell’area di produzione. La distanza di sicurezza va applicata nella decisione tecnica di ogni apertura di strutture a funzione di Sistemi di Protezione. La direttiva costituisce pertanto uno strumento preciso, in grado di definire nel dettaglio ogni possibile fonte di rischio valutato e di porvi un preciso rimedio. Tra gli aspetti presi in considerazione della norma tecnica, si trova la descrizione dei componenti da mettere in atto, qualora il corpo acceda alla zona di pericolo e nel caso di un contatto tra la fonte di pericolo e gli arti.

È anche considerato il caso di scavalcamento volontario o accidentale della Protezione Industriale, al fine di mettere in atto le adeguate misure. Alcuni aspetti della valutazione della distanza di sicurezza, sono riassumibili nei seguenti punti:

  1. La misura massima per le fessure – al fine di impedire l’accesso di una persona all’interno della zona di rischio – è pari a: 180 millimetri in verticale, 240 millimetri come dimensione circolare o quadrata.
  2. L’altezza minima dei Carter di Protezione a barriera può essere inferiore a 1000 millimetri. In caso sussista il pericolo di scavalcamento è necessario mettere in atto strategie in grado di potenziare i Sistemi di Protezione.
  3. Per quanto riguarda la sicurezza degli arti, lo standard prende in considerazione il range dei movimenti messi in atto secondo la biometria di un individuo di almeno 14 anni di età.
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NORMA TECNICA E L’IMPORTANZA

DELLA DISTANZA DI SICUREZZA

Il presupposto essenziale al fine del mantenimento della Distanza di Sicurezza è da ricrearsi solo qualora le fonti di pericolo e le strutture di Carter di Protezione, rispettino i criteri progettuali in termini di forma e posizione nello spazio. Il concetto è fondamentale poiché la distanza di sicurezza è un parametro che scaturisce da un calcolo esatto sulla scorta della Valutazione dei Rischi. Qui si basa la conseguente progettazione dei mezzi di protezione. È quindi necessario considerare i seguenti punti, al fine di garantire la corretta funzione progettuale delle Protezioni Industriali.

  1. Il piano di riferimento deve garantire all’operatore la permanenza in stazione eretta. Devono essere garantiti movimenti naturali e privi di forzature, lo stesso principio vale per la possibilità di protendersi in direzione del macchinario, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza.
  2. Impedire l’uso di sedie, scale o sopralzi: il piano di riferimento non può essere alterato al fine di preservare dal rischio di scavalcamento volontario o accidentale.
  3. Non permettere l’utilizzo di attrezzi in grado di consentire indirettamente l’accesso degli arti superiori alla zona di pericolo.

Sempre in accordo alle direttive della norma tecnica EN ISO 13857, la misura della distanza di sicurezza deve avvenire prendendo come riferimento la parte più sporgente del corpo. Qui entra in gioco il notevole peso della valutazione di biometria e biomeccanica nella progettazione dei Sistemi di Protezione. Il calcolo della distanza di sicurezza parte infatti della valutazione delle dimensioni e del ROM – Range Of Motion – applicato al movimento delle articolazioni dell’operatore.

FASE FONDAMENTALE DELLA

DISTANZA DI SICUREZZA

Fondamentale è la fase di valutazione del rischio, in funzione della distanza di sicurezza da adottare. Appare quindi ragionevole e consequenziale che tale distanza, aumenti in maniera direttamente proporzionale al rischio valutato e con una proporzionalità inversa al livello di Carter di Protezione in fase progettuale. A tal proposito, la norma tecnica EN ISO 13849-1 pone l’accento proprio sulla scelta della giusta proporzione da adottare nella logica di definizione della distanza di sicurezza. Tale direttiva indica infatti i parametri ai quali riferirsi in relazione al rischio valutato e alla relativa riduzione di messa in atto. La riduzione del rischio viene valutata mediante un sistema di controllo definito al fine di determinare il livello delle soluzioni da metter in atto.

Il principio alla base si fonda su una valutazione in eccesso, così da tutelare la Sicurezza sul Lavoro al massimo grado. Se quindi dalla valutazione del rischio emerge un “livello A”, la norma tecnica indica l’applicazione di un Sistema di Protezione di “livello B o C”. Ad un livello crescente di pericolo è pertanto necessario applicare un parametro peggiorativo al quale corrisponde un livello più elevato delle misure adottate. Il fine è massimizzare la protezione per gli operatori, il personale e gli eventuali visitatori dell’unità produttiva. È necessario che lo studio progettuale della distanza di sicurezza, coinvolga le principali figure aziendali a partire dal CDA all’Ufficio Tecnico, al responsabile del responsabile del reparto di produzione, fino al referente per la sicurezza sul lavoro. La normativa costituisce uno strumento prezioso per una progettazione attenta e lungimirante.

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